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An cost mond ëd surfasse
la vrità as ëspantia an silensi
a pituré na sena solenga
sensa sust nì but.
A l’ambòss le paròle a chito
sò silensi ch’a vemprìa ’l veuid
con soa essensa ch’a smija
mai chité.

Setà an sla bëcca dël mond,
ël ross dël solsota a vestiss
toa cavija reusa-spalia
për gavé la gena ’d paròle ’ncreuse.
I frogno ij pensé ’d figure molzin-e
squadrà ’nt sò esse ’d forme geomètriche:
triàngol, la mare ’d minca forma
– αυτός έφα –
e ’l nùmer tre ’d toa vita
as ësmasiss an mi.

[Καΐ τό όναρ εκ τού Διός εστι]
Chërdje o nen chërdje
a jë strasseugn ëd na neuit
specc ëd coalere d’arcòrd
në sparm che a macia
na vijà spalia

 

In questo mondo di esteriorità         In questo mondo di esteriorità/ la verità si diffonde in silenzio/ a dipingere una scena solitaria/ senza senso né scopo./ All’incontrario le parole interrompono/ il loro silenzio che riempirebbe il vuoto/ con la loro essenza che sembra/ mai cessare.// Seduto sulla cima del mondo,/ il rosso del tramonto veste/ la tua caviglia rosa pallido/ per eliminare il pudore di parole interiori./ Frugo i pensieri di figure tenere/ squadrate nel loro essere forme geometriche:/ triangolo, la madre di ogni forma/ – αυτός έφα –/ e il numero tre della tua vita/ si scioglie in me.// [Καΐ τό όναρ εκ τού Διός εστι]/ Credere o non credere/ agli incubi di una notte/ specchi di file di ricordi/ uno spavento che macchia/ una veglia pallida.

 

Dario Pasero

Nato a Torino nel 1952, laureato in Lettere Classiche presso l’Universitas Taurinensis, con una tesi sulla metrica delle commedie di Terenzio, è docente di ruolo di Italiano e Latino al liceo classico di Ivrea, oltre che giornalista pubblicista e collaboratore con la Regione Piemonte per i corsi di lingua e letteratura piemontese che si tengono in varie sedi del territorio regionale. Dai primi anni Ottanta del secolo scorso ha iniziato la sua attività di scrittore (sia in prosa che in poesia) in lingua piemontese: sue composizioni sono state pubblicate su varie riviste specializzate in Piemonte e altrove. In lingua italiana, oltre che con alcune testate giornalistiche locali, collabora con l’annuario eno-gastronomico, fondato da Mario dell’Arco, «l’Apollo buongustaio» di Roma. Al suo attivo sono i volumi di prose piemontesi Sapej (Ivrea, 1997; in collaborazione con Censin Pich) e di poesie: An sla crësta dl’ombra (Ivrea, 2002), Masche Tropié Bërgamin-e e Spa (Ivrea, 2006) e L’ombra stërmà (Catania, 2012). Alcune sue composizioni sono ospitate nel volume antologico Forme della terra–Dodici poeti canavesani (Torino, 2010) Ha altresì al suo attivo l’edizione critica delle poesie di Alfredo Nicola e del teatro di Armando Mottura (entrambe per i tipi del «Centro studi piemontesi» di Torino, rispettivamente, nel 2007 e nel 2009), la collaborazione al primo e al secondo volume di La letteratura in piemontese (2003 e 2004; antologia edita dalla Regione Piemonte; in collaborazione con Gianrenzo Clivio e Giuliano Gasca Queirazza) ed una recentissima Storia del teatro in Piemonte (in collaborazione con Fabrizio Dassano; Ivrea, 2012). Sta per uscire la sua edizione critica delle poesie piemontesi di Ignazio Isler (1699-1778). È direttore della rivista trimestrale «La Slòira» di Ivrea, che si occupa di letteratura piemontese sia antica che moderna e contemporanea, e del semestrale di varia umanità «l’Escalina».