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Tòch ëd crèja spotrignà
ancreus an tò cheur
as àussa l’arvangia.

Parèj ëd na vijà
ant në stabi veuid ëd breugg,
anvërtojà ant un chinché minciant
la vita an passa aranda.

S’un soastr cunant pendù ’n sël Nen
un buf ëd bisa frèida dun-a a dëstissa
giòle grignòire che ancó a veulo s-ciuplì.

Fermati, vecchio baro! Tanta tela
cela i tuoi fallimenti e i vani orpelli
roventi tra le incudini e i martelli.

 

Prometheus/Prometeo

Pezzo di creta spappolata/ profonda nel tuo cuore/ si alza la rivincita.// Come una veglia/ in una stalla vuota di muggiti,/ avviluppata in una lampada debole/ la vita ci sfiora.// Su di un canapo cullante sospeso sul Nulla/ un soffio di aria fredda subito spegne/ faville ridenti che ancora vogliono scoppiettare.

Prometeo_2
 
Prometeo è un titano, figlio di Giapeto e di Climene. A questo eroe amico del genere umano sono legati alcuni antichissimi miti che ebbero fortuna e diffusione in Grecia. Senza entrare nei dettagli, ricordiamo che egli rubò, per aiutare gli uomini, il fuoco a Zeus, venendone però punito: legato ad una roccia del Caucaso, ogni giorno un’aquila gli divorava il fegato, che miracolosamente gli ricresceva. Come narrato nella tragedia perduta di Eschilo Prometeo liberato, Eracle passò dalla regione del Caucaso, trafisse con una freccia l’aquila e lo liberò spezzandogli le catene.

Dario Pasero

Nato a Torino nel 1952, laureato in Lettere Classiche presso l’Universitas Taurinensis, con una tesi sulla metrica delle commedie di Terenzio, è docente di ruolo di Italiano e Latino al liceo classico di Ivrea, oltre che giornalista pubblicista e collaboratore con la Regione Piemonte per i corsi di lingua e letteratura piemontese che si tengono in varie sedi del territorio regionale. Dai primi anni Ottanta del secolo scorso ha iniziato la sua attività di scrittore (sia in prosa che in poesia) in lingua piemontese: sue composizioni sono state pubblicate su varie riviste specializzate in Piemonte e altrove. In lingua italiana, oltre che con alcune testate giornalistiche locali, collabora con l’annuario eno-gastronomico, fondato da Mario dell’Arco, «l’Apollo buongustaio» di Roma. Al suo attivo sono i volumi di prose piemontesi Sapej (Ivrea, 1997; in collaborazione con Censin Pich) e di poesie: An sla crësta dl’ombra (Ivrea, 2002), Masche Tropié Bërgamin-e e Spa (Ivrea, 2006) e L’ombra stërmà (Catania, 2012). Alcune sue composizioni sono ospitate nel volume antologico Forme della terra–Dodici poeti canavesani (Torino, 2010) Ha altresì al suo attivo l’edizione critica delle poesie di Alfredo Nicola e del teatro di Armando Mottura (entrambe per i tipi del «Centro studi piemontesi» di Torino, rispettivamente, nel 2007 e nel 2009), la collaborazione al primo e al secondo volume di La letteratura in piemontese (2003 e 2004; antologia edita dalla Regione Piemonte; in collaborazione con Gianrenzo Clivio e Giuliano Gasca Queirazza) ed una recentissima Storia del teatro in Piemonte (in collaborazione con Fabrizio Dassano; Ivrea, 2012). Sta per uscire la sua edizione critica delle poesie piemontesi di Ignazio Isler (1699-1778). È direttore della rivista trimestrale «La Slòira» di Ivrea, che si occupa di letteratura piemontese sia antica che moderna e contemporanea, e del semestrale di varia umanità «l’Escalina».