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MORFOLOGIA DELLA MADONNA DEI PALAFRENIERI

 

 

 

 


 vs 1

1. Somatotipo di Sheldon e fisiognomica caratterologica; le Arie della bellezza

Leggendo il corpo della Madonna dei Palafrenieri1 con gli assi morfologici indicati da William H. Sheldon, avremmo un tipo i cui gradi di intensità delle tre componenti danno la formula in bilico tra il 4/4/1 e il 4/5/1, in cui il primo numero riguarda la componente endomorfica, la larghezza e la voluminosità del corpo, con il predominio figurativo dell’indicatore globale dell’Iconicità.

Il secondo numero è la componente mesomorfica, cioè lo sviluppo osseo e muscolare. Collo, spalle, petto in evidenza. Se il grado di mesomorfismo è alto, l’intensità va da 4 a 7 ed è elevato l’indicatore globale della Pregnanza.

Il terzo numero indica lo stato di ectomorfismo, cioè la fragilità, la sottile struttura somatica, in cui le spalle sono strette, il petto appiattito e gli arti lunghi quando il grado di intensità varia da 4 a 7.2

Tra il viso, in cui c’è l’opposizione morfologica SANGUIGNO-FLEMMATICA, e il corpo, la cui base mesoendomorfa è espressa dalla formula doppia indicata, passa il fascino superbamente classico della Madonna: quella ferma e quasi impassibile sensorialità primaria che si contrappone a una turgida e quasi liturgica compattezza somatica. Il piano superiore, che presenta la fronte uniforme anche se un po’ piatta, gli occhi grandi e la sporgenza sopra-orbitaria alta, dice che c’è un evidente orientamento verso il concreto.

Le linee angolose, le gote larghe,carnose e piene fanno del paino medio il campo di soggettivazione da effetto-Marte elevato ma con un naso carnoso e pesante che esprime un altrettanto elevato effetto-Venere.

Il piano inferiore, con il mento sporgente e l’aumento del diametro bi-goniaco, è dilatato; la bocca segnala una espansione primaria controllata; il collo turgido afferma prepotentemente l’io nei suoi impulsi istintivi.

Il rapporto tra la superficie occupata dai vestiboli (occhi, bocca, naso) e la struttura d’insieme è molto aperto e la prima superficie occupa un’area estesa.

Ciò rende il soggetto più plastico, specie in merito al desiderio di espansione e a quello delle sensazioni. L’equilibrio dei tre piani del viso, la consistenza e fermezza delle carni (= Attività), il naso a struttura plastica tenera danno una risultante caratterologica di tipo SANGUIGNO-FLEMMATICA (nE.A.P – nE.A.S), senza escludere, per la potente interazione plastico-affettiva tra iano medio e inferiore effettuata dal naso e dalla bocca, innesti temporali di grande emotività che attiverebbe opposizioni caratteriali di topo Collerico-sanguigno o Sentimentale-apatico, che, a ben guardare, sono contenuti come espressione profonda di una non sopita aria un po’ “impudente” (per l’opposizione collerico-sanguigna) e un po’ “introspettiva” (per l’opposizione sentimentale-apatica).

La risultante caratterologica di base è letta anche in ciò che dal viso traspare:

una sorta di espansione della sensualità bloccata da semi di tolleranza e di ponderazione, tanto che il tasso di Polisemia diviene molto alto.

Fisiognomicamente, quando i tre piani del viso sono in apparente equilibrio, agisce sempre un significante di differenza per innalzare la Polisemia: qui, la differenza si attua con la tenerezza primaria della zona media, il naso è di una rilevanza affettiva consistente, connessa sia al desiderio di espansione primario (collo di una sensorialità turgida e carnosa) che al desiderio di sensazioni primario (labbra carnose e labbro inferiore più sviluppato):

insieme “sopportano” la non omogeneità del piano superiore che per la fronte piatta, la zona retratta, le sopracciglia basse e gli occhi chiusi, introversi, è dal lato delle reazioni lente della secondarietà.

Questa polisemia fisica corrisponderebbe, caratterologicamente, ad un atteggiamento flemmatico riguardo al mondo sensibile e un atteggiamento sanguigno riguardo agli altri e agli impulsi istintivi. La stessa opposizione caratteriale che ha come significante somatico seni stracolmi e natiche ampie. Significante somatico che in una paralongilinea mesoendomorfa è misura sempre espressa, a prescindere dall’aria baudelairiana che avvolgerebbe la bellezza.

La Madonna dei Palafrenieri, di arie, ne ha almeno tre:

quella fredda, che le viene dal polo flemmatico;

quella un po’ impudente, che è in attuazione con polo sanguigno come la terza aria, quella denominata di dominio.

Per una sintesi che esprime una certa sensorialità controllata, una sorta di impudenza dominata. Senza dimenticare che chi ha un così potente innesco di Pregnanza, che, in correlazione con il tasso altamente elevato della Polisemia, dell’Iconicità e della Complessità, essendo una figura monumentale classica e solenne ha a dispostone, in altre connessioni temporali, l’aria introspettiva e sazia.

Tavola A. Le Arie delle Madonne
Tavola A. Le Arie delle Madonne

 

 

 

 

 

 

 

 

2. L’indice costituzionale, l’indice del pondus e la tipologia Falmer

Costituzionalmente, la Madonna dei Palafrenieri, dalla pregnante iconicità, è una mesoendomorfa con un indice vicino a 56, se l’altezza è tra 168 e 170 centimetri, e vicino a 55-54, se l’altezza è vicina ai 172 centimetri.

Noi propenderemmo per un biotipo virtuale da 169 centimetri, con un peso di 64-65 chilogrammi e un rapporto tra seni e fianchi variante tra i 37 e i 38 pollici, ossia tra 94 e 96 centimetri e mezzo.

Così da avere, posto come valore medio 95 per la misura riguardante seni e fianchi, questo Indice Costituzionale:

1)     95 x 100 = 9500 : 169 = 56.2

2)     95 x 100 = 9500 : 172 = 55.23;

e questo Indice del Pondus:

1) 169 – (95+65=)160 = 9, ovvero Altissimo (che varia da x a 11)

2) 172 – (95+65=)160 =12,ovvero Molto alto (la scala decrescente dell’indice Alto va da 12 a 20).

La Madonna dei Pellegrini, che prefigurò il cosiddetto stile “romano” di Caravaggio per “l’espansione dello spazio e delle figure stanti e isolate che lo riempiono”3, è, invece, più alta e più mesomorfa, ma meno endomorfa, una 2/5/1 con questo Indice del Pondus:

altezza 173 – (91.44, media seni/fianchi, + 64, peso =) 155.44 = 17.5, ovvero Alto;

e questo Indice Costituzionale: 9144:173=52.85, che è quello delle longilinee mesomorfe di plastica compattezza essendo la scala dell’indice compresa tra 50 e 53.

Tavola B. Le Madonne di Caravaggio. Indice del Pondus, tipo morfologico.
Tavola B. Le Madonne di Caravaggio. Indice del Pondus, tipo morfologico.

 

 

 

 

 

 

 

*La cintura (cioè il Waist) della Madonna dei Palafrenieri è attorno alla 70 come misura europea, cioè tra 27” (= cm 68,58) e 28” (= cm 71), ragione per cui avrebbe un WHR(quello che per gli americani è il rapporto tra Waist e Hips) vicino a 0.73, che, essendo superiore a 0.70, è sempre da tipo mesoendomorfo, e che, essendo al di sotto di 0.79, è sempre un indice che qualifica una immane iconicità pregnante. Superato il limite, la compattezza, dovuta ancora al esomorfismo, viene progressivamente meno.

Tavola C. Il Significante Somatico di alcune Madonne
Tavola C. Il Significante Somatico di alcune Madonne

 

 

 

 

 

 

 

La Madonna dei Palafrenieri, o, se vogliamo, il prototipo di donna di Caravaggio, ha una morfologia costituzionale vicina a quella della donna-tipo di Michelangelo e di Giulio Romano, anche se in questi casi la paralongilineità, essendo più mesomorfa che endomorfa, può essere più “eroica” per le fattezze atletiche e l’opposizione caratteriale priva della secondarietà necessaria a creare un determinato effetto-Heimlich.

La donna-tipo di Giulio Romano può, in alcuni affreschi, fare da riferimento a quella parte che contribuisce a comporre il significante somatico della donna di Caravaggio: ad esempio, nella Sala di Amore e Psiche, la donna di spalle nella cornice denominata “ET-REIP-FLOR” è una potente normoparalongilinea mesoendomorfa con hips da 39” che possono servire a dare un’idea delle ampie natiche della Madonna dei Palafrenieri se rappresentata o vista in quella posizione.

Nella tipologia Falmer, la donna di Giulio Romano ha un deretano tra il numero 8 e il numero 10; quello della Madonna dei Palafrenieri dovrebbe essere costituito tra il numero 4,8 e 10, un insieme che sintetizza o omogeneizza la qualità specifica di ognuno:

amabile” (il 4), “gentile” (l’8) e “stabile” (il 10).4

 

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1. Caravaggio, Madonna dei Palafrenieri, 1605-1606 circa; olio su tela, 292×211 cm; Roma, Galleria Borghese.

2. Sheldon, nel 1954, nella sua opera Atlas of Men (Harper, New York 1954), poté descrivere 88 somatotipi, mettendo in rilievo che lo zoo umano è vario quanto lo zoo animale, tanto che attribuì ai suoi 88 somatotipi nomi poco scientifici ma, per la maggior parte, zoofigurativi. Per esempio, un somatotipo 117 è “un bastone che cammina”, il 244 “un lupo”, il 541 “un bue”, il 352 “un cavallo”. Non ci si scandalizzi perciò se la formula doppia 4/4/1~4/5/1 non può che avere un nome, più che una “puledra”, una cavalla a struttura ampia del tipo Kladruber o Quarter Horse, tipo pesante e largo di giumenta da passeggio americana. Somatotipi in perfetta e logica relazione con il mondo e l’immaginario dell’anima(la figura femminile) dei Palafrenieri.

La razza del Quarter Horse, creata dai coloni inglesi della Virginia e della Carolina, deriva da incroci fra stalloni importati dall’Inghilterra e fattrici locali di discendenza spagnola.

Più consequenziale, almeno storicamente, l’abbinamento con la razza Kladruber, i cui primi prototipi furono inviati da Massimiliano II a Kladrub nel XVI secolo ed erano nati da incroci di Andalusi e Napoletani. Se si pensa che, inizialmente, poteva toccare anche m.1,80 (anziché l’attuale 1,65), si può capire come per l’archetipologia dei Palafrenieri, una tale figura dall’aspetto magnifico, il collo ben muscolato e armoniosamente inserito sul corpo, le reni ampie, i quarti posteriori robusti, l’ossatura solida, il temperamento tranquillo, realizzasse (interpretasse) appieno il paradigma dell’anima (l’ideale impossibile della propria figura femminile).

Valutando queste tre componenti in base alla scala di 7 punti (dal minimo di 1 al massimo di 7), per la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca (1470 circa; tavola, 61×53,5 cm.; Urbino, Galleria Nazionale delle Marche) otterremmo la formula doppia 1/3/3~1/2/3.

vs 2

Nella minitavola qui sotto riprodotta, si valuti invece la differenza nel rapporto tra gli Indicatori Globali: l’altissimo tasso della Complessità della Madonna di Senigallia, proprio per avere quell’effetto-Heimlich, ha bisogno di un tasso degli altri tre Indicatori leggermente più basso, più differito e meno evidente.

Indicatori Globali ICONICITà COMPLESSITà PREGNANZA POLISEMIA
Palafrenieri X X X X
Senigallia +X X +X +X

 

3. Anna Coliva, Caravaggio. La Madonna dei Palafrenieri, Silvana Editoriale, Il Sole-24 Ore, Milano 2003, p. 5.

4. Vedi la Tavola dei 10 tipi di sederi femminili della Falmer in V.S. Gaudio, Il paradigma indifferente nella denotazione erotica,© 2003. Il numero 8, il “gentile” della Falmer, ha correlazioni flemmatiche, per cui le sue qualità connotano tolleranza, cortesia, tranquillità, tradizione e affidabilità. Il numero 10, lo “stabile” della Falmer, ha corrispondenze con il carattere Passionale (Emotivo-Attivo-Secondario), ragion per cui connota ambizione, decisione, ponderazione, esigenza ed è, ironicamente, il supporto base del superbo e del maestoso. Infine, il numero 4, che è il tipo “amabile” della Falmer, ha espressioni sempre di tipo “passionale” ma più semplici e primarie, perciò è il deretano della regolarità, della perseveranza, con un effetto tra il pratico e il paziente.

 

da

La Madonna dei Palafrenieri

IL SENSO OTTUSO DEL DECORUM

© v.s. gaudio 2003

 

V.S. Gaudio

Saggista, poeta, esperto di giochi, testologo, articolista pataludico e titolare di rubriche per 15 anni della Walt Disney Company; ha pubblicato La 22a Rivoluzione Solare (1974),Sindromi Stilistiche (1978), Lavori dal desiderio (1978), L’ascesi della passione del Re di Coppe (1979), Lebenswelt (1981), Stimmung (1984), Hit Parade dello Zodiaco (1991),Manualetto della Manomorta (bootleg 1997), Oggetti d’amore (bootleg 1998); giornalista freelance dagli anni settanta, è stato il primo a produrre test per quotidiani (“La Stampa”, “Corriere dello Sport”); ha scritto satira per “Linus”, “la Repubblica”,”Tango”. Torinese e romagnolo d’adozione e di formazione, vive adesso solitario sibarita nel delta del Saraceno.